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Coronavirus, ecco quello che il mondo dovrà fronteggiare

03 Marzo 2020

Di Pasquale Russo
da Affari Italiani


Il COVID-19 è il Cigno Nero per l’economia mondiale basta guardare le previsioni riportate nella. fig. 1. Il Mondo sarebbe cresciuto del 3,4% soprattutto dovuto alla crescita dell’Asia e dell’Africa. Nessuno se l’aspettava, nessuno può oggi prevedere l’impatto che avrà. A mia opinione analizzando quanto affermato dai più importanti Think Tank, valutando lo stato da cui si partiva, credo che l’Italia avrà un impatto superiore al 5% del PIL pari ad una perdita di 70/80 MLD e provo a dimostrarlo.

Partiamo con un po’ di dati pubblicati negli ultimi tempi.

Per comprendere bene l’impatto sull’economia italiana della crisi causata dal coronavirus covid-19 è necessario ricordare da dove partiamo, rispetto l’anno ante-crisi (2007) dobbiamo ancora recuperare 4,2 punti percentuali di PIL e ben 19,2 punti di investimenti. A distanza di 10 anni (2009) inoltre, i consumi delle famiglie sono inferiori di 1,9 punti e il reddito disponibile, sempre delle famiglie, è in calo di 6,8. In materia di lavoro, l’occupazione è aumentata dell’1,7 per cento, mentre il tasso di disoccupazione è cresciuto dell’84,4 per cento. Se, infatti, nel 2007 il tasso di coloro che era alla ricerca di un’occupazione si attestava al 6,1 per cento, nel 2018 è salito al 10,5 per cento (dato ancora ufficioso). Invece l’export a distanza di un decennio è cresciuto con le vendite all’estero del + 13,9 per cento (fonte ISTAT)

Poche settimane fa l’ISTAT affermava che il PIL a Dicembre 2019. era stato del -2,7% su mese e -4,3% su anno, comunque il calo peggiore da un anno all’altro e molto al di sotto delle attese degli economisti. Ma soprattutto nell’intero 2019 la produzione era tornata a scendere (-1,3%) dopo 5 anni con -13,9% per l’auto, dato peggiore dal 2012. L’ISTAT poche settimane fa pronosticava che sarebbe stata difficile un’inversione di tendenza del PIL nel primo trimestre 2020.

Infine bisogna fare riferimento che sempre secondo quanto riporta l’ISTAT, il PIL dell’Italia nel 2017 – ultimo anno per cui ci sono i dati ripartiti per regioni – la Lombardia ha contribuito per 383,2 miliardi, il Veneto per 162,5 miliardi, l’Emilia-Romagna per 157,2 miliardi. Dunque, sommando i dati delle tre regioni, risulta un contributo al PIL nazionale pari a circa 703 miliardi di euro. In percentuale rispetto al PIL si tratta del 40,1%, Insomma le tre Regioni del Nord Italia sono come la. la Cina la Corea e l’India per il Mondo.

Infine la Confesercenti stima una perdita di circa 3,9 miliardi di consumi se la crisi sarà limitata nel tempo e spiega che avrà conseguenze pesanti sul tessuto imprenditoriale: potrebbe portare alla chiusura di circa 15 mila piccole imprese in tutti i settori, dalla ristorazione alla ricettività, passando per il settore distributivo e i servizi.

Secondo Bank of America la crescita economica globale nel 2020 sarà probabilmente la peggiore dopo la Grande Recessione a causa diversi eventi a cominciare dal coronavirus ma anche altri quali le elezioni presidenziali e la conseguente incertezza per un cambio di politica economica che porterà gli investitori ad essere conservativi.

Sempre secondo Bank of America La crescita del prodotto interno lordo in tutto il mondo dovrebbe rallentare al 2,8% per il 2020 Cina compresa mentre sarebbe del 2,2% senza la Cina.

Infine Bank of America afferma che l’economia mondiale è molto debole per affrontare una crisi cosi forte e lascia intendere che i risultati potranno essere peggiori di quelli previsti. Stiamo affrontando la prima crisi della supply chain mondiale.

Per l’Italia proviamo a vedere quanto vale il settore del Turismo con la fig. 2 di fonte ISTAT riferito al 2015, guardando come il turismo impatta su segmenti di economia, dalle agenzie turistiche ai ristoranti, ai voli aerei, ecc. ecc.

Ora si può dedurre che la crisi del COVID -19, per l’Italia impatta su alcune principali settori di attività quali: Turismo, Commercio Internazionale, Industria, Agroalimentare, Fashion.

TURISMO

In Italia, il segmento del turismo vale in totale 146 miliardi di euro: una cifra pari al 12% del Pil, con 216mila esercizi ricettivi e 12mila agenzie di viaggio. Al momento Napoli ha perso 15mila visitatori e attende una disdetta del 30% delle prenotazioni sotto Pasqua, a fronte del -40% subito da Venezia dopo la cancellazione del Carnevale e il crollo del 60–70% delle prenotazioni incassato dal Lazio anche nei mesi dopo la festività. Milano, sul “debooking” ha picchi dell’80%, mentre la riviera romagnola ha cali record per la stagione estiva. Una stima «prudenziale» di Federturismo, l’associazione di categoria, stima una perdita di 5 miliardi di euro su scala nazionale.

INDUSTRIA

Quasi 6.000 i lavoratori metalmeccanici lombardi sono fermi la maggior parte sono dipendenti di imprese della “zona rossa”, ma sono fortemente interessate anche le aziende industriali di Bergamo, Milano e Cremona. A fine 2019 erano 17.288 i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione ordinaria, straordinaria e licenziamenti, in crescita del 79% rispetto allo stesso periodo del 2018, non potrà che peggiorare questo dato.

COMMERCIO INTERNAZIONALE

Le vendite all’estero delle tre Regioni. valgono un totale di 138 miliardi di euro a fronte di un volume complessivo di esportazioni pari a 465 miliardi di euro.

AGROALIMENTARE

Una stima di Coldiretti su dati ISTAT ha rilevato un calo dell’11,9% delle esportazioni di prodotti italiani in Cina.

FASHION

La crisi COVID-19 ha messo in chiara difficoltà la moda italiana. La Camera della Moda prevede perdite pari all’1,8% all’inizio di febbraio 2020, ora i danni rischiano di essere molto più alti.

Infine bisogna mettere in conto i consumi interni cadranno per due motivi, il primo dovuto al cambiamento dei comportamenti dei singoli cittadini i quali oltre a ridurre i consumi per motivi sanitari, li ridurranno anche per incertezze legate al futuro. Servirebbe uno ricerca di economia cognitiva per prevedere cosa potrà accadere. Per fortuna l’Italia è ancora un’economia fortemente manifatturiera, perché cosa succede ad un’economia di servizi se le persone non possono viaggiare in sicurezza, fare shopping ed andare al lavoro nessuno lo sa.

Il secondo per l’impatto della crisi mondiale sulla già debole economia italiana e sulle famiglie basso reddito soprattutto del Sud Italia che vedranno sparire anche molti lavori stagionali.

Il Cigno nero del COVID-19 sta ancora circolando nel mondo, se attacca gli Stati Uniti, la prima economia del mondo, sarà davvero brutto. Il sistema sanitario pubblico italiano sta dimostrando che nonostante il disastro provocato dalle leggi finanziarie degli ultimi dieci anni è quello che ci sta salvando. Negli Stati Uniti in assenza di qualsiasi tutela sanitaria universale e in assenza di copertura del congedo per malattia, temo che potrebbe accadere una catastrofe. Si pensi che un cittadino della California che è andato a farsi un test perché aveva il timore di aver contratto il coronavirus, ha pagato 3270 dollari. Reputo che non molti andranno a farsi visitare.

I modi e gli interventi per superare questa crisi e tutelare le persone, saranno la cartina tornasole delle società umane e quelle disumane, bisogna impedire un crollo della domanda e se non si metteranno a disposizione delle imprese e dei consumatori almeno 30 miliardi di euro, (53 mld è il debito che la PA ha verso le imprese)l’Italia non ce la farà, sembra una previsione fosca, invece è una pre-occupazione, cioè per occuparsi prima che problema diventi irrisolvibile.